PROFESSIONE VIAGGIATORE
I GRANDI VIAGGI DI EMANUELA
"Fotografa analitica e reporter solitaria, esploratrice delle pieghe del mondo e pensatrice senza fissa dimora alla ricerca del vero e sedotta dalle differenze, dispersiva per natura, idealista per scelta, senza pregiudizi né aspettative". Così si descrive Emanuela, autrice assieme a Massimo, del sito Professione Viaggiatore
Benvenuta su Easy Travel Hosting! Una laurea in Economia, una in Filosofia, fotografa, reporter, il tuo viaggio si crea passo passo, a seconda delle opportunità che ti si presentano. Ci parleresti un po’ di te, dei tuoi viaggi e di come nasce il tuo blog?
Mi sono sempre chiesta come sarei ora se mia madre, quando avevo 3 anni, non mi avesse regalato un bel mappamondo colorato; o se, quando ne avevo 12, non mi avesse fatto trovare sotto l’albero di Natale l’Atlante dei luoghi leggendari – che a tutt’oggi si trova nella mia libreria e che spesso ancora sfoglio.
Spunti che mi hanno ovviamente incoraggiato ma che, al contempo, hanno fatto le veci della scintilla accesa sopra una catasta di legna già pronta. Morale: il viaggio come conoscenza, ricerca, immersione in tutto ciò che è “altro” da me è qualcosa di connaturato e che sento appartenermi alla stregua di un arto o un organo. Se manca, zoppico. E mi sento come dimezzata.
Ho bisogno di viaggiare per capire, confrontare, riflettere, approfondire, condividere. Ecco perché lascio sempre la porta aperta a ogni opportunità, non pongo barriere, non coltivo aspettative. Lo stupore e la scoperta sono la pietra angolare di ogni mio viaggio, per lungo o breve che sia, vicino, lontano o ancora da venire.
Il blog Professione Viaggiatore che ho creato assieme al mio caro amico e collega Massimo Prosperi – con il quale condivido il medesimo spirito di viaggio – nasce dalla volontà di offrire al lettore un punto di vista alternativo sui luoghi che abbiamo visitato e attraversato (ognuno per conto proprio), dandogli la possibilità di vivere esperienze diverse, di soffermarsi su dettagli stimolanti e di percorrere rotte al di là dei canonici itinerari turistici, accrescendo la sua curiosità fin dove lo spirito ha voglia di osare.
In breve: ci sono luoghi interessanti e meritevoli che, per qualche misterioso motivo, non vengono contemplati dalle guide classiche ma che sono in grado di riservare piacevoli sorprese. E ci sono altresì luoghi popolari e rinomati dei quali cerchiamo di portare alla luce gli aspetti meno considerati ma altrettanto – se non a volte di più – intriganti, fornendo prospettive insolite, inattese, singolari.
I nostri sensi e il loro modo di “sentire”, perciò, sono a completa disposizione di chi ci legge e di coloro che si avventurano tra i nostri articoli. Tutti. Dal primo all’ultimo. Foto incluse.
Sul tuo blog parli dell'arte di girovagare, puoi spiegarci in cosa consiste?
Il vocabolario definisce il “girovagare” un vagare senza meta e senza scopo. Vero. Ma nel mio caso, la meta è il “non avere meta”. O per lo meno, non una meta precisa.
Parto seguendo una direzione, un suggerimento che la vita mi ha sussurrato tra le righe del quotidiano – magari attraverso un libro, una musica, un incontro, un oggetto – e poi mi lascio ispirare, strada facendo, dalle circostanze che si profilano e dall’accadere del tempo, dalle coincidenze e dai casi fortuiti, dalle persone che incrociano il mio cammino e che, consapevoli o meno, mi indicano una nuova strada da percorrere.
Mi piace pensare che viaggiando chiudo cerchi e ne apro altri, come una catena dalle maglie infinite.
Professione Viaggiatore: in quale momento ti sei resa conto di non esser più una semplice turista ma i tuoi erano diventati viaggi, e a che punto hai sentito di aver fatto quel passo in più, ed essere diventata una viaggiatrice professionista?
Quando avevo all’incirca 6 anni, mia madre – sempre lei, la pietra dello scandalo, ormai l’avete capito – mi mise sul giradischi un 45 giri dei Beatles. Da un lato, Michelle; dall’altro, The Night Before. Quest’ultimo brano mi fece letteralmente impazzire. Volevo sapere di più. Volevo ascoltare di più.
Allora un giorno tornò a casa con la cassetta di Abbey Road. Un album con il nome di una via? Esisteva davvero? Dov’era? Così lontano? Quando sarò grande – mi dissi – ci andrò e camminerò su quelle stesse strisce come loro.
Fu la prima cosa che feci quando arrivai a Londra. La seconda, fu prendere un treno per Liverpool. La terza, passare la notte nei sotterranei – chiusi al pubblico – del pub le cui mura erano state dipinte da un giovane e non ancora famoso John Lennon.
Come e perché mi sia trovata in quella indimenticabile circostanza è una lunga storia. È sempre, in realtà, una lunga storia. Emozione. Esperienza. Vita. Nel momento in cui non cerchi il bello e non eviti il brutto, ma miri al vero, allora smetti davvero di essere turista e diventi viaggiatore.
O almeno questo è stato per me…
Cosa fai per rendere i tuoi viaggi più ecologici?
Adotto in viaggio gli stessi accorgimenti che porto avanti nella vita di tutti i giorni. Detesto gli sprechi. Prediligo alloggiamenti all’interno di strutture che hanno scelto di utilizzare energia pulita, cibo biologico e locale (come gli ecolodge o gli agriturismi).
Documento attraverso foto e interviste le attività di gruppi locali volte alla salvaguardia dell’ambiente (come la pulizia dei fondali marini ad Aqaba, ad esempio).
Cerco di volare con compagnia aeree che si impegnano nella riduzione delle emissioni di CO2. Viaggio con bagaglio leggero. E non stampo biglietti, voucher o carte d’imbarco, utilizzando solo la loro versione digitale.
Easy Travel Hosting ringrazia tantissimo Emanuela per aver partecipato alla nostra intervista.
Se volete informarvi maggiormente, potete seguirla sul suo sito cliccando qui.
E anche sui social media!
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