IL MIO PORTOGALLO
LA STORIA DI MATTEO
A volte sono piccole coincidenze che cambiano completamente il corso di una vita. Oppure un volantino appoggiato su un tavolino di un bar. Così inizia la storia di Matteo, che per seguire la propria squadra, finisce per approdare in un nuovo paese, che diventerà la sua casa. Il mio Portogallo è il sito dove Matteo ci mostra questa affascinante terra, scavando nelle tradizioni, nella cucina e rivelandoci mete fuori dalle rotte turistiche.
Ciao Matteo e ben venuto ad Easy Travel Hosting! Abbiamo letto di come sei approdato in Portogallo, nello specifico a Lisbona. Potresti raccontarci questa storia?
Sí, come avrete capito la mia è una di quelle storie in cui la mano del destino ha fatto la sua parte, e dove uno dei protagonisti è stato senza dubbio il fado (parola portoghese per destino e che – non a caso – é anche il nome della loro musica popolare più internazionale, nata dai bassifondi e piena di saudade, altra parola lusitana che descrive un sentimento nazionale diffuso, che si alimenta della nostalgia di un passato, reale o sognato che sia, che é stato e che non è più, parola così identitaria che non é facile tradurla, nelle altre lingue).
Quasi 25 anni fa, in una pausa di lavoro pomeridiana (come era buona la pizza ai funghi da Mario, sotto allo studio di architettura dove lavoravo, in centro, a Grosseto) mi sono imbattuto in un piccolo foglietto che invitava i tifosi viola (bei tempi, quelli…) a seguire la loro squadra proprio qua a Lisbona, per i quarti di finale di una Coppa che non esiste più.
A quei tempi i libri di Tabucchi erano per me una compagnia abbastanza regolare, e chi li ha letti sa che ti facevano venire la voglia di viaggiare per andarla a conoscere, quella strana e lontana città, che allora molti italiani pensavano fosse in Spagna: da lì la telefonata fatta con poche speranze ad un amico che condivideva la mia fede calcistica (ormai quasi scomparsa), la sua sorprendente adesione al programma, ed il viaggio di 3 o 4 giorni nella capitale portoghese, che ci ha accolto agli inizi di marzo con un bel tempo primaverile, con la sua luce e con quell’aspetto che allora mi parse strano, di una città diversa, europea ma anche no, elegantemente dismessa, viva e soprattutto accogliente, non presuntuosa.
E poi la partita, l’uscita nonostante un terribile mal di testa la sera dopo, un tavolino che si libera in un locale di musica jazz pieno di gente, di voci e di colori, due ragazze proprio davanti a noi e poi il vago ricordo di una notte divertente, in locali sempre stracolmi, musica, sorrisi e felicità, così lontano da casa.
Il resto è forse prevedibile e comunque me lo tengo per me, vi basti sapere che dopo un anno ho fatto le valigie e salutato amici e parenti, e che una delle ragazze é oggi mia moglie, oltre che mamma di Manel e di Sara, i nostri figli, bellissimi come tutti i figli del mondo, ma occhio che in questo caso é oggettivo (come dicono tutti i babbi del mondo…)
Il tuo blog nasce dall'idea di dare informazioni non turistiche e non scontate a chi decide di visitare il Portogallo. Quali sono le cose che raccomandi assolutamente di fare?
Vivo a Lisbona da tanto tempo, ho girato il Portogallo in lungo e largo, e lo conosco meglio dell’Italia, perché é piú piccolo logicamente, ma anche perché esiste quella curiositá da straniero, che si innamora di una cittá e di un Paese e che a volte finisce per conoscerli addirittura meglio di quelli che ci sono nati.
Nel mio sito, che ho pubblicato 6-7 anni fa e che non é proprio un blog ma una via di mezzo tra un blog ed una guida, ho cercato di mettere alcune informazioni utili, consigli e dritte per gli italiani che vorrebbero conoscere meglio il Portogallo, cercando di condividere le mie esperienze e le mie conoscenze, senza mai rinunciare alla mia visione personale – e quindi limitata – tanto che l’ho chiamato Ilmioportogallo.
Io lavoro anche nel turismo, e quando accompagno turisti italiani cerco sempre di trasmettere lo stesso entusiasmo e la stessa visione personale del mio sito, cercando di far vedere anche aspetti meno ovvi o meno battuti di Lisbona e del Portogallo: negli ultimi anni pre-Covid il Portogallo e Lisbona sono stati i protagonisti di un boom turistico impressionante, per i numeri e per la rapidità del loro aumento, che ha dato lavoro a molti, creato ricchezza ad alcuni, e diminuito la possibilità di vivere a Lisbona ad altri.
Sono apparse innegabili situazioni di overtourism, soprattutto in certe zone di Lisbona, con tutti i problemi anessi e connessi, anche da un punto di vista di salvaguardia dell’identità della città e delle sue zone storiche.
In realtà il problema dell’equilibrio turismo/sostenibilità è complesso e non così facile da catalogare ed analizzare, nonostante negli ultimi anni si siano moltiplicati articoli, post, libri, etc. sul cambiamento di Lisbona, sulla perdita irrimediabile della sua identità, su come era bella Lisbona molti anni fa, spesso usando però luoghi comuni e senza fare una vera analisi della situazione: a me viene un po’ da ridere, in alcuni casi sono scritti da persone che non vivono nemmeno qua, che magari ci hanno passato solo un po’ di tempo, eppure noto un tono molto perentorio, alcuni ne parlano come se ci fossero nati, in
Portogallo, con sentenze ed analisi definitive, mentre io non ho così tante certezze.
Tornando comunque alla vostra domanda sulle cose assolutamente da fare, forse la migliore risposta é che non esiste una risposta, anche perché gli interessi e gli obiettivi delle persone nei loro viaggi sono molteplici e differenti.
Posso però dirvi quello che per me é assolutamente da fare, in un ipotetico viaggio per il Portogallo, poi la scelta dipenderà anche dal tempo che le persone avranno a loro disposizione: per gli amanti delle città, p.e., Lisbona è oggettivamente obbligatoria ed – sono sospetto, lo so – la più affascinante di tutte, pur ammettendo che Porto, dove vado sempre molto volentieri, ha un’identità storica (anche perché a differenza di Lisbona fu risparmiata dal terremoto del 1755) più marcata, che la rende – forse – anche più bella, ma senza avere la luce ed i colori della capitale, dove vi consiglio proprio di perdervi, anche senza una meta precisa, ogni tanto a me basta allontanarmi un po’ dalle strade più frequentate per ritrovare all’improvviso quelle sensazioni e quell’incanto che ho sentito al mio primo arrivo, Lisbona non smette di sorprenderti in realtà.
Altre città da visitare sono sicuramente Évora, Guimarães e Braga, nel mio personalissimo ordine di preferenza; per chi vuole viaggiare per conto proprio l’ideale é affittare una macchina, visto che la rete di strade ed autostrade é ottima, nonostante il costo dei pedaggi e della benzina/gasolio siano, purtroppo, cari come in Italia (meglio se auto elettrica, quindi…)
Poi consiglierei di andare a vedere ed a godersi il mare, sempre e dovunque anche se io dovendo scegliere opterei per la costa a Sud di Lisbona, fino a Sagres ed Algarve compreso (ma quest’ultimo al di fuori dei mesi di luglio ed agosto, se possibile): venire in Portogallo e non vedere il mare per me, che sono maredipendente, è peggio di andare a Roma e non vedere il Papa, per capirsi. Ecco quindi alcune delle mie spiagge preferite, da Lisbona in giù: Costa da Caparica, Coelhos (Arrabida), Brejos da Carragueira, Aberta Nova, Porto Covo, Malhão, Almograve, Amoreira, Arrifana, Cordoama/Castelejo, Beliche, Salgados, Falesia, Barril, ma poi é bello anche affacciarsi dalle scogliere, che in certi posti (Cabo Sardão e Cabo de São Vicente, p.e.) sono imperdibili.
Chi ama il trekking ed il mare deve assolutamente percorrere alcune delle tappe del Sentiero dei pescatori della Rota vicentina, lungo la costa alentejana e algarvia, fino a Sagres; mentre per chi vuole conoscere meglio la natura direi che le regioni più a nord, ossia il Minho e Trás-os-montes, p.e., offrono paesaggi peculiari e differenti, con sentieri e percorsi molto belli, percorribili anche in bici (a questo proposito segnalo l’esistenza di varie piste ciclabili in paesaggi naturali, spesso ricavate dal riutilizzo di antichi tratti di ferrovia dismessi). Interessanti anche i borghi storici (aldeias históricas) ed i borghi di scisto (aldeias de xisto), nel centro-nord del Portogallo, dove i turisti sono rari e dove è più facile scoprire un Portogallo ancor più autentico, e che potrà sorprendervi anche con qualche piacevole sorpresa a livello di patrimonio artistico-architettonico.
E poi c’é anche l’Alentejo, regione affascinante con i suoi sughereti, vigneti ed oliveti, antico granaio del Portogallo, con le sue colline e pianure dove il tempo sembra fermarsi, e dove puoi percorrere decine di km senza vedere case o anima viva, solo grande mandrie di mucche allo stato brado…
Direi che come consigli principali basta così, nonostante esistano molti altri posti, ed anche molti monumenti, soprattutto chiese, musei e monasteri, da non perdere…
Parliamo di cibi e bevande. Cosa assolutamente provare e dove?
Anche in questo caso ci vorrebbe un libro, tanta è la ricchezza e la diversità della gastronomia lusitana e della sua storia: ogni regione ha i suoi piatti, ogni paesino la sua specialità, si va dal pesce, spesso freschissimo e grigliato alla perfezione – in questo caso oltre ai pesci più nobili come branzino (robalo) e orata (dourada) consiglio anche pesci più popolari ma buonissimi, come le sardine (sardinhas, ma solo tra maggio ed ottobre) o gli spinarelli (carapaus) – all'”amico fedele” di tutti i portoghesi, ossia il baccalà (bacalhau), cucinato in moltissimi modi differenti (i miei preferiti? “à lagareiro”, “com broa”, “cozido com grãos” o nelle “pataniscas”, una specie di frittelle di baccalà), conservato e consumato sin dal lontano Medioevo, per i molti giorni all’anno in cui per motivi religiosi la carne non era permessa, ed anche pescato direttamente dai portoghesi, nei lontani mari del Nord, nel Sec. XVI prima e nel Sec. XX poi.
Sempre restando nel mare, come dimenticare il buonissimo e sempre presente polpo, ed anche il marisco, ossia i frutti di mare (dai gamberi ai granchioni, dalle aragoste alle vongole ed alle percebes che molti di voi non sanno cosa sono e quindi non sanno cosa si perdono…), che chiede uno sforzo maggiore a livello di portafoglio ma che ricompensa nell’anima…
Per quanto riguarda la carne, si può passare dal classico capretto nel forno (cabrito no forno) proposto un po’ ovunque, anche se più tipico delle zone dell’interno, al maialino di latte (leitão assado) nella località di Mealhada, vicino a Coimbra, dall’agnello in umido (ensopado de borrego) dell’Alentejo alla deliziosa vitella di Lafões, o una succulenta posta mirandesa della regione di Trá-os-montes, senza nulla togliere al polletto arrosto di tradizione Algarvia (franguinho à moda da Guia).
Poi se siete golosi qua rischiate di farvi del male, perché anche loro lo sono, ed hanno conservato molte ricette secolari, spesso provenienti dai conventi che esistevano dal Medioevo e che sono rimasti in funzione fino a metà del Sec. XIX: qua le suore usavano le chiare dell’uovo per schiarire il vino e per inamidare i vestiti, e con i tuorli che avanzavano facevano i dolci, spiegando così il motivo di tanto arancione nelle vetrine delle pasticcerie portoghesi. Io francamente ci rinuncio senza grande sacrificio, ai dolci, preferisco la frutta (arance, mele e pere sono normalmente buone scelte) ma con un caffè ogni tanto un pastel de nata o un travesseiro, p.e., finisco con il mangiarmeli…
Passando ora al bere, i vini portoghesi sono stati per me una rivelazione: dai vini del Douro a quelli dell’Alentejo, passando per i vini mossi del Minho (il cosiddetto “vinho verde”), ma con proposte interessanti anche in altre regioni meno conosciute, il panorama è tutto da scoprire, anche perché il Portogallo è un grande produttore (e consumatore) del nettare di Bacco, offrendo una grande varietà di vitigni autoctoni, e di un’incredibile differenza di terroir e quindi di proposte, con un rapporto qualità/prezzo spesso davvero competitivo: se poi volete un vino come si beveva nel Medioevo, potrete provare il “vino medioevale” di Ourém, nella Regione di Lisbona, mentre se siete incuriositi dalle tradizioni millenari dei romani che qua di vigna ne hanno piantata molta, potete provare i vini da talha (d’anfora) della Regione dell’Alentejo, p.e.
Senza dimenticare i vini liquorosi, Porto e Madeira su tutti, ma anche il Moscatel non è male…
Un’ultima cosa per chiudere il reparto gastronomico: se, come me, non riuscite a mangiare senza pane, siete nel posto giusto, per me il pane portoghese è una meraviglia (non é un caso che gli emigranti portoghesi spesso all’estero finiscono col fare i fornai, così come molti italiani si propongono come pizzaioli o i gelatai…).
Com'é la situazione portoghese per quanto riguarda il riciclo e il rispetto dell'ambiente?
Il Portogallo nonostante non sia un paese ricco (anzi), è abbastanza all’avanguardia in vari aspetti, ed a livello di produzione di energie rinnovabili p.e.(eoliche e solare, soprattutto, ma sono in studio ed analisi anche altre possibilità come per esempio lo sfruttamento della forza delle maree), rappresentano una percentuale significativa nella produzione totale di energia elettrica.
Dove invece ha ancora molta strada da fare é proprio nel campo del riciclaggio, e ancor di più nello smaltimento dei rifiuti a livello macro, visto che sono ancora in uso metodi già abbondantemente superati in paesi più attenti e sensibili al tema: fortunatamente la mentalità, soprattutto dei più giovani, sta cambiando, e le intenzioni ci sono, resta da vedere se saranno esaudite, e se sarà possibile in alcuni casi combattere tutti quegli interessi che rappresentano il vero ostacolo ad un reale processo di miglioramento delle condizioni ambientali.
Easy Travel Hosting ringrazia tantissimo Matteo per averci parlato del suo Portogallo
Se volete informarvi maggiormente, potete seguirlo sul suo sito cliccando qui.
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