Non so mai come rispondere a questo tipo di domanda perché dovrei iniziare da quando avevo otto anni e con mia sorella facevamo gioielli con le perline. Quello è stato il mio primo vero contatto con la creatività.
Ma senza iniziare dal big bang, direi che mi sono appassionata al mondo digitale nel 2016 quando mi trovavo a Barcellona per il mio primo master in matematica. I numeri mi sono sempre piaciuti ma sentivo che dovevo aggiungere la mia parte creativa per crearmi qualcosa che mi sarebbe piaciuto fare nel futuro.
Così a master completato sono tornata in Italia con l’idea di creare una start-up nell’ambito abbigliamento sportivo di ginnastica ritmica, lo sport che ho praticato per tutta la mia adolescenza e che mi ha letteralmente rubato il cuore.
Purtroppo l’idea è naufragata causa tempistiche troppo lunghe di sviluppo web.
Nel mentre però avevo iniziato a studiare dei modi in cui promuovere la mia idea sul web, ho comprato dei corsi, mi sono formata e mentre approfondivo i temi del digitale, capii che quella sarebbe stata la mia strada.
Negli anni successivi ho lavorato con alcune web agency della mia città, Udine, poi ho aperto la partita iva e ho iniziato l’attività di social media manager e web developer come freelance lavorando con diversi clienti stranieri e grandi brand come Generali Italia e Fujitsu Italia.
A fine 2020 ho poi pensato di creare di nuovo qualcosa di mio e mi sono lanciata nella creazione del mio primo prodotto digitale, i 100+ Funnel Template, cento modelli Canva che aiutano social media manager e imprenditori e lanciare il proprio brand sui social grazie a delle grafiche personalizzabili e semi-pronte.
Questo progetto è stato pubblicizzato a marzo 2021 e adesso, a inizio 2022 posso dire che è stato un successone. Accanto a ciò ho avviato la community Facebook Personal Brand Italia (link: https://www.facebook.com/groups/digitalmarketerspb) che ad oggi conta oltre 800 membri. A settembre 2021 hanno poi iniziato a contattarmi da diversi corsi e università per insegnare lo strumento che adoro: Canva.
Qualche mese fa ho iniziato a tenere una serie di workshop formativi a tema Canva anche sulla piattaforma di Learnn (link: https://learnn.com?via=bt95444).
Non sempre è stato facile, devo ammetterlo ma ora non cambierei ciò che faccio per nulla al mondo.
Effettivamente potremmo proprio dire che la mia passione per le lingue è ciò che ha fatto nascere in me il desiderio di viaggiare. Ho sempre viaggiato molto fin da adolescente ma negli ultimi due anni ho sicuramente fatto del viaggio il mio stile di vita.
Pensa che a febbraio 2020 avevo acquistato un experience a Bali con altri ragazzi nomadi digitali spagnoli e portoghesi. Peccato che ho dovuto cancellare il viaggio a causa della pandemia. Appena ho potuto però ho lasciato l’Italia e, a ottobre 2020, mi sono trasferita alle Canarie e in meno di sei mesi avevo già vissuto a Gran Canaria, Tenerife e Lanzarote.
Qualche mese dopo ho sentito parlare di un villaggio per nomadi digitali a Madeira, in Portogallo, un progetto di un ragazzo per creare community tra chi come me ha la passione per i viaggi e per il proprio lavoro. Ho trascorso un mese a Madeira e il mese dopo sono stata a Fuerteventura, un’isola delle Canarie che mi mancava. Ora sono invece da poco tornata da un mese trascorso sull’isola di Sal, a Capoverde, seguito da 5 giorni a Lisbona.
Per rispondere alla domanda, non avrei conosciuto un sacco di persone interessanti, non avrei probabilmente nemmeno avuto l’idea di lanciare un prodotto tutto mio e sicuramente avrei accusato la stanchezza e la pesantezza di una situazione come quella attuale italiana.
Rifarei la scelta di viaggiare lavorando mille volte, quando ho deciso di farlo tra l’altro volevo che fosse una decisione mia, di non viaggiare perché “mi mandava l’azienda” e di non collaborare con aziende che “se viaggi allora non possiamo fidarci” (e fidati me ne sono capitate!). Ho scelto di farlo per me perché come persona ho bisogno di lavorare per vivere e non il contrario, ho bisogno di poter uscire e trovare il sole, farmi un bagno in piscina nella mia pausa pranzo e uscire il weekend e vedere sempre posti nuovi.
Io questa la chiamo vita.
Canva è uno strumento molto utile a diverse figure professionali, dai blogger, agli advertiser, ai graphic design e a tutti coloro che vogliono lanciare un proprio brand.
Ho scoperto Canva nel 2016, ai tempi del mio master si utilizzava già molto in Spagna e arrivata in Italia ho continuato ad utilizzarlo in quanto avevo bisogno di produrre grafiche per i social media dei miei clienti e per i siti web.
Mi piace definire Canva una piattaforma all-in, nel senso che dati i suoi continui aggiornamenti sta diventando sempre di più uno strumento di design, inteso non come arte ma come processo creativo. Chiunque abbia un’idea, dall’imprenditore all’insegnante, può metterla in pratica avendo a disposizione una libreria pressoché infinita di modelli già pronti per gli scopi più disparati, la possibilità di condividere il progetto con un team di persone e lavorarci in real time, di programmare i post per i propri social e molto altro.
Una statistica di Canva dice proprio che in media un’azienda utilizza 88 applicazioni per cercare di essere quanto più possibile efficiente nel proprio lavoro.
Ecco perché Canva con le sue integrazioni con diverse piattaforme (come typeform, Google doc e Google sheet ecc) vuole mettere a disposizione uno spazio unico di lavoro dove il lavoratore possa trovare tutto ciò che cerca senza dover impazzire tra altre 87 applicazioni, e il committente possa avere il controllo del lavoro fatto ed effettuare le dovute modifiche.
Fossi in voi darei una chance a Canva, l’iscrizione è gratuita 🙂 → https://partner.canva.com/MXX1eP
Anch’io ho notato questo fenomeno e facendoci un ragionamento penso che, anche se si parla tanto di parità dei sessi siamo ancora lontani, per lo meno in Italia.
Mi è capitato una volta una cliente che mi chiedesse se avevo figli perché secondo lei, da madre, con dei bambini non si riesce a gestire un business.
Naturalmente ho deciso di non lavorarci insieme.
Recentemente mi sono associata a SheTech, una community che sostiene le donne imprenditrici e, inviata la richiesta di socia, mi sono comparse sui social diverse sponsorizzate di altre community che sostengono donne e ragazze.
Penso che sia bellissimo, soprattutto perché -purtroppo è vero- una donna deve fare molta più fatica per dimostrare di essere in grado di fare qualcosa rispetto un uomo, e spesso, nella mia esperienza, è molto facile trovare altre donne che ti mettono i bastoni tra le ruote.
Se tornassi indietro direi alla me di 23 anni di tenere duro perché con costanza e perseveranza si possono raggiungere i propri sogni.
Quando avevo iniziato questo lavoro e lo avevo iniziato in smartworking già nel 2016, la mia famiglia non capiva quello che facevo, mi vedevano sempre a casa, davanti al pc in pigiama.
Poi quando ho trovato lavoro nella prima web agency erano così contenti che andassi in ufficio. Ma sai quanto ero produttiva in ufficio? Su otto ore lavorative forse 4.
Le pause caffè, il capo che ti interrompe per ogni minima paranoia, le riunioni inutili con i clienti portano via tempo, talvolta ingiustificato. Per non parlare poi del tempo letteralmente sprecato nel cambiarsi, truccarsi e dei soldi in benzina e dell’inquinamento per raggiungere l’ufficio.
Ho condotto questa vita per tre mesi poi ho iniziato la mia carriera come freelance e ho spiegato meglio ai miei cosa facevo.
Ora anche se non capiscono nel dettaglio quello che faccio, mi vedono felice in giro per il mondo e sanno bene che i soldi che uso per viaggiare non me li danno loro. Ora sono i miei risultati a parlare per me.
Non penso di essere arrivata da nessuna parte perché la vita è un viaggio senza meta però mi sento una ragazza come tante altre che possono magari riconoscersi in questa storia.
Non penso che sia importante penso che sia essenziale.
Credo che in pochi marketers e remote workers sappiano che internet inquini ed è per questo che il progetto di Easy Travel Hosting mi ha subito colpita.
È inutile ordinare il drink senza cannuccia al bar se poi ci appoggiamo a server che inquinano come una ciminiera oppure non fare la raccolta differenziata o preferire l’auto per andare al tabacchino sulla via di casa.
Sono molto sensibile all’etica professionale, cerco sempre di mantenere la parola data, di comportarmi in modo corretto anche quando i rapporti con i clienti diventano difficili e a inizio 2022 mi stavo giusto chiedendo come poter contribuire di più al tema green, è uno dei miei propositi per l’anno nuovo.
Devo essere sincera, quando ho scelto lo smartworking come modalità lavorativa, non è stato solo per comodità ma perché ritengo che il nostro pianeta sia un dono come lo è la nostra vita. Continuare a disfarlo solo perché “è necessario che il cliente ti veda di persona” non ha senso.
Sembra incredibile ma questo comportamento l’ho riscontrato nelle aziende che più di altre si fanno portavoce del benessere del pianeta.
Penso che se posso contribuire allo sviluppo sostenibile della tecnologia, riducendo l’inquinamento, lo farò, per questo sto testando la piattaforma di Easy Travel Hosting.
Easy Travel Hosting ringrazia tantissimo Barbara per aver partecipato alla nostra intervista per la rubrica dedicata alla Piccola Imprenditoria al Femminile.
Se volete maggiori informazioni, potete seguirla sul suo sito cliccando qui.
E anche sui social media!
Easy Travel Hosting è l’Hosting 100% ecologico.
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