PROJECT INDIA
LA STORIA DI MANUELA

All'interno di questo interessantissimo sito si parla di India e della sua società, cucina, cinema, musica, cultura, filosofia e spiritualità, discipline orientali come lo Yoga e la Meditazione, la medicina Ayurvedica e la multitudine di erbe medicinali e spezie di cui è così ricca questa terra, ma anche di Viaggi, curiosità economia e politica. Project India è il blog / Magazine dove Manuela ci spiega tutto questo

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Mi chiamo Manuela e sono una viaggiatrice per passione e per professione e autrice del magazine Project India.

La curiosità di scoprire il mondo e conoscere altre culture e luoghi remoti mi ha sempre contraddistinta sin in giovane età, e si è evoluta negli anni in qualcosa di più profondo.

Desideravo entrare in contatto con le persone ad un livello differente, sperimentare cosa vuol dire vivere in questi luoghi che amo, assimilando il galateo locale, lo stile di vita di una quotidianità così diversa dalla mia.

Dal fare la spesa al mercato e cucinare i piatti tipici locali, all’intrattenere rapporti con i miei nuovi amici senza rischiare di offenderli accidentalmente con comportamenti che, per la mia cultura, sono di cortesia ma non nella loro, respirare un atmosfera diversa da quella di casa, a volte anche lontana dalla mia confort zone. 

Oggi sono la persona che sono in gran parte grazie a queste esperienze di vita, che mi hanno permesso di ampliare le mie vedute, superare le mie paure e i miei limiti, e di conseguenza è cambiata anche la mia visione delle cose.

Sono riuscita a fare della mia passione il mio lavoro, infatti da vent’anni lavoro nel turismo. Ho prima aperto una mia agenzia di viaggi, poi ho curato la programmazione di diverse destinazioni per un tour operator, ed ora gestisco personalmente un tour operator www.enjoydestinations.it che mi da grandi soddisfazioni.

Project India nasce dal desiderio di non contaminare il mio amore per l’India con il lavoro. Spero si capisca da ogni mio articolo che io amo ogni forma possibile ed immaginabile di questa cultura e la sua gente, ma spesso il lavoro tende a sommergere e appiattire tutto. Si riduce tutto ad aspetti puramente tecnici, ovvero se gli alberghi siano più o meno centrali, se c’è il wifi, o quanti passi la camera dista dal mare.

Tenterò di spiegarmi meglio.
Alcuni anni fa mandai dei clienti a soggiornare in un meraviglioso palazzo reale, con una architettura da mille e una notte, dove l’arredamento ed ogni oggetto presente sono un’opera d’arte. 

Tutt’oggi ci vive il Maharaja che si occupa della sua gestione con molta cura, una persona stupenda che grazie a questo hotel da lavoro alle persone di tutto il villaggio e con il guadagno di questo Heritage hotel è riuscito a costruire l’unica scuola del paese. Chi soggiorna in questo palazzo ha l’opportunità di contribuire a tutto questo. 

Ha la possibilità di vivere una esperienza culinaria unica, dove è possibile partecipare a lezioni di cucina direttamente dallo chef privato del Maharaja, visitare il villaggio locale completamente fuori dalle rotte turistiche, con il suo mercato caratteristico e un tempio poco fuori alla cittadina che è tutt’ora uno di quei luoghi magici che conservo più gelosamente nel mio cuore. 

Senza parlare delle numerose escursioni in barca che si possono fare nel fiume per ammirare la flora e la fauna locale. I miei clienti si sono lamentati perché non avevano nulla da fare, non avevano la televisione in camera e si sono annoiati.
La mia esperienza è diversa. 

Mi ricordo ancora quando in un tempio alcune donne mi hanno avvicinata, mi hanno fatta sedere a terra con loro per chiedermi da dove venivo, se ero sposata, quanti anni avevo, volevano sapere tutto di me. 

Quando hanno saputo che a 40 anni ero sposata ma non avevo figli, ed esaminandomi hanno visto che non indossavo nessun gioiello, ( non ne ho molti in effetti, spendo tutti i soldi in viaggi e non ne indosso per rispetto dei paesi che visito, ma in India una donna è usanza che abbia una dote in gioielli ), hanno pensato quindi che fossi povera e probabilmente sfortunata perché non ero stata benedetta dall’arrivo di un figlio. 

Mi hanno accolta come una di loro, chi mi ha preso per mano, chi mi ha dato una pacca sulle spalle, chi mi ha accarezzata, chi con uno sguardo molto intenso, tutte a modo loro, anche chi non parlava inglese, mi ha trasmesso un sentimento di amore, condivisione, complicità e accettazione così intenso… non avevo mai provato una cosa simile in tutta la mia vita. 

Mi hanno invitata a casa loro per offrirmi un pasto caldo e farmi conoscere la loro famiglia. Ho pianto, e ogni volta che ci ripenso non riesco a trattenere le lacrime.

Project India è dedicato a tutti coloro che si emozionano davanti al sorriso della gente, che credono che la nostra cultura non deve per forza essere migliore delle altre, a chi come me si meraviglia di come si possa guarire con le sole erbe medicinali la maggior parte delle malattie, e per coloro che sono ancora in grado di stupirsi davanti alle bellezze della natura, per tutti coloro che vogliono approfondire la conoscenza di un popolo simpatico, generoso e ancorato a valori umani ormai dimenticati dalla cultura occidentale.

NEL TUO BLOG HAI UNA SEZIONE DEDICATA A BENESSERE E AYURVEDA. COME TI SEI AVVICINATA AD ESSI E CHE RUOLO HANNO NELLA TUA VITA?

Ho sempre avuto una predisposizione per le medicine orientali, inoltre sono una piccola fattucchiera, per capirci mi faccio in casa il detersivo per la lavatrice, per la lavastoviglie, brillantante, ammorbidente, shampoo, bagnoschiuma, creme e medicamenti vari, potete immaginare cosa abbia rappresentato per una come me l’enorme varietà di erbe mediche di questo continente e la medicina Ayurvedica.

La passione si è trasformata in vero amore incondizionato quando mi è capitato un brutto sfogo alla pelle. Andai dal dermatologo in Italia il quale mi ha diagnosticato la psoriasi, non ne avevo mai sofferto in passato.

Mi sono attenuta scrupolosamente alle indicazioni del dermatologo che mi ha prescritto una pomata a base di cortisonici. Durante la cura sono guarita completamente, ma poi quando l’effetto è svanito lo sfogo è tornato più importante ed esteso di prima.

Il cortisone lo aveva solo peggiorato. Lo avevo nella nuca, così mi feci prescrivere dal medico prima e dal farmacista poi, vari tipi di lozioni, shampoo e vari medicamenti, ma senza ottenere alcun risultato.

La parrucchiera ad un certo punto mi avvisò che in buona parte della testa i capelli non mi stavano più ricrescendo, erano diventati troppo fini, e prevedeva che presto sarebbero caduti senza avere la possibilità di ricrescere.

Inoltre stava comparendo anche in altre parti del corpo, soprattutto nelle mani, impedendomi ormai di poter vivere una vita normale.

In uno dei miei viaggi in India mi presi il tempo di consultare un medico, il quale mi diede un sapone a base di neem e mi preparò una lozione facendo sobbollire per una notte intera un’incredibile varietà di spezie ed erbe di cui non volle svelarmi i nomi.

Notai immediatamente i benefici e un sollievo ormai insperato. Naturalmente era un rimedio di emergenza, perché il problema nasce da dentro, e io ero consapevole che la medicina ayurvedica non cura il problema la dove si è manifestato, per guarire definitivamente è indispensabile curare tutto il corpo.

Così appena ne ebbi l’occasione decisi di ricoverarmi in una clinica ayurvedica in Kerala, nel sud dell’India, la patria di questa antica medicina.

Due medici mi hanno visitata in modo approfondito, mi hanno fatto le analisi del sangue e mi hanno fatto compilare 12 pagine di questionario, dove mi chiedevano tutto di me. Quali malattie avevo avuto nella mia infanzia, com’è la mia digestione e la mia facilità ad andare in bagno, mi chiesero dei miei genitori e delle loro malattie, carenze o predisposizioni.

Approfondirono anche l’aspetto emotivo, mi chiesero che sogni facevo di notte e se me li ricordavo e a che ora sogno normalmente, se sono ottimista o pessimista, e molte altre cose come queste.

Dal dermatologo in Italia il tutto si era svolto in circa 5 minuti, con il dottore che mi alzava i capelli, dava uno sguardo distratto e mi prescriveva la pomata, per cui mi capirete se sono rimasta a dir poco basita.

Mi evidenziarono poi altri problemi che avevo e che non mi erano stati diagnosticati in Italia, alcuni anche importanti e che iniziarono a curare insieme alla psoriasi.

Mi hanno prescritto le terapiche che dovevo seguire e venni assegnata a due terapiste che mi trattavano ogni giorno per due ore.

Ma prima del trattamento quotidiano avevo comunque un consulto con i due medici che mi avevano visitata la prima volta, che mi misuravano la pressione, mi facevano domande sul mio stato di salute, l’appetito, la digestione e monitoravano i progressi.

In base a queste visite mi venivano prescritti i trattamenti del giorno.
I trattamenti naturalmente erano immersioni in olii e erbe fatte macerare al momento. In più mi vennero prescritti dei farmaci da assumere per bocca, una pomata e una dieta specifica, dove non avevo alcuna possibilità di scelta.

Posso essere sincera? Fu un inferno. Non pensate a massaggi con oli profumati o alle coccole di centro benessere. Ho patito la fame, non mi reggevo neppure in piedi dalla spossatezza, sono stata male e le pomate che mi dovevo mettere mi bruciavo a tal punto che mi sembrava di essere rimasta in carne viva.

Poi dopo appena 4 giorni di cura ero COMPLETAMENTE guarita in ogni parte del corpo. La mia pelle era soffice come mai non lo era stata. Naturalmente portai a termine la terapia e prosegui la cura a casa per 3 mesi.

Sono passati anni e sto ancora bene, e la sensazione di benessere che ho provato in seguito mi ha ampiamente ricompensato degli sforzi.

Da allora non abbandonai mai più la medicina Ayurvedica, l’unica che mi ha guarito definitivamente e decisi di condividere questa esperienza, perché altri ne potessero trarre beneficio.

AL DI FUORI DELL'INDIA, QUAL'É UN ALTRO PAESE CHE TI HA RAPITA IL CUORE?

Il Portogallo. Diversissimo dall’India lo so, ma il mondo è bello perché è vario. Ho una casa di proprietà in Algarve, al confine con la Spagna e abito li la gran parte dell’anno, o meglio abito in Portogallo quando non sono in India. 

Per quanto non possa sembrare la vita in Portogallo è diversissima dalla vita che conduco in Italia del Nord. Il clima è invidiabile tutto l’anno, in estate non serve il condizionatore e in inverno non serve il riscaldamento. 

Ho il mare a pochi minuti a piedi da casa, le colline a pochi minuti di bicicletta, con antichi mulini a vento, saline con fenicotteri rosa e cicogne, borghi da cartolina, ma anche città storiche con una vibrante proposta culturale, artistica e di divertimento. 

Mille occasioni per assistere ad interessanti concerti musicali, mostre d’arte e al contempo ho la Spagna a cinque minuti di auto che svela un mondo molto diverso dal Portogallo.

Carvoeiro - Portogallo

COSA FAI PER RENDERE LA TUA VITA PIU' ECOLOGICA?

Sono molto attenta all’ecologia nel mio piccolo. Scelgo di acquistare solo cibi per lo più a Km zero. Compro la farina al mulino, che utilizzo per preparare quasi tutto in casa, pasta, pane, i biscotti per la colazione e i dolci. 

Produco in casa anche tutti i detergenti, sia per la persona che per le pulizie della casa, usando solo ingredienti naturali. Oltretutto mi stanno dando molta soddisfazione, in particolare il detersivo per la lavatrice, che lascia i capi soffici e ben smacchiati, senza intaccare i colori o il bianco. 

Ho notato che chi come me intraprende questa strada difficilmente riesce poi a riabituarsi ai detersivi del supermercato.
Vivendo per la maggior parte del tempo in Portogallo riesco a non usare il riscaldamento d’inverno e il condizionatore d’estate. 

Uso molto la bicicletta e pochissimo la macchina, e vivendo in un paese dove piove pochi giorni l’anno, ho imparato a rispettare e risparmiare l’acqua, a volte riciclandola.

Easy Travel Hosting ringrazia tantissimo Manuela per questa bellissima intervista e per averci dato questo spaccato della sua India, e del suo Portogallo!

Se volete informarvi maggiormente, potete seguirla sul sito cliccando qui. E anche sui social media!

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